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SOSTEGNO USB AI LAVORATORI LICENZIATI DALLA CGIL

La lotta alla precarietà deve essere senza se e senza ma

Roma -

Oltre 30 lavoratori già dipendenti della Cgil, hanno intrapreso azioni legali nei confronti del proprio “datore di lavoro” che riguardano  “lavoro nero, lavoro irregolare, mobbing, molestie, contratti atipici, licenziamenti per rappresaglia e ritorsioni, intermediazione illegittima di manodopera”.

 

E' evidente che se tali denunce fossero confermate emergerebbe un comportamento della Cgil a dir poco paradossale ed incoerente, anche se va ricordato a tutti che questa confederazione non ha certo mostrato evidente contrarietà rispetto alle leggi ed alle norme relative a precarietà/flessibilità del lavoro in entrata introdotte nell’ultimo decennio, a partire dal “Pacchetto Treu”.

 

Come potrebbe giustificare tali comportamenti nei confronti dei propri dipendenti una organizzazione sindacale che oggi enuncia la sua avversità a precarietà e lavoro nero? Altrettanto incoerente sarebbe poi la partecipazione alla manifestazione del 9 aprile contro la precarietà e lo stesso sciopero del 6 maggio prossimo.

 

USB è al fianco dei lavoratori, sempre e comunque, anche di questi 30 e più lavoratori che intendono far valere i propri diritti e che per questo motivo si stanno battendo e stanno presidiando la sede nazionale della Cgil.

 

USB ritiene gravissimo il contesto nel quale si sta evolvendo la denuncia del Comitato Precari e Licenziati dalla Cgil e sostiene la richiesta dei lavoratori in lotta di essere ricevuti dal proprio “datore di lavoro” per ottenere risposte adeguate.