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USB scrive al Comune di Milano: stop alla catena dello sfruttamento, istituire il registro dei Riders

Nazionale -

All'assessore alle politiche del lavoro del Comune di Milano
Cristina Tajani.

Un numero imprecisato di fattorini sfrecciano ogni giorno per le vie di Milano si parla addirittura di 5000 lavoratori che in bicicletta o in ciclomotore con grossi bauli che pubblicizzano multinazionali che operano nella consegna di pasti a domicilio senza neppure pagare la tassa comunale consegnano pasti caldi nelle case o negli uffici.

Farsi portare un pasto caldo a casa è diventata una moda, non può però un lavoro essere privo di regole nonostante esista un CCNL che ne prevede il loro inserimento lavorativo fatto di tutele e diritti.

Questo lavoro post moderno ed i lavoratori che lo esercitano al momento sono privi di una regolamentazione e di un contratto che lo disciplini e se non si interviene potrebbe essere una malattia contagiosa ad altri settori lavorativi, creando dei precedenti inaccettabili, come il ritorno al cottimo, la privazione di un contratto la trasformazione del lavoro in hobby, non c'è nessuna casistica presso INAIL ad esempio degli infortuni a parte quelli che emergono nella cronaca di stampa.  

Riteniamo che il Comune di Milano non possa accettare che tale catena di sfruttamento sia tollerata ignorando la sua presenza senza intervenire, ma che debba porre rimedi e prevedere una serie di misure innovative di cui ha il potere di esercitarle, misure che contrastino questa metodologia di lavoro per riportarla nei giusti canoni a difesa dei cittadini che esercitano questo lavoro per bisogno e non per hobby.

Crediamo quindi che il primo passo da fare sia quello di istituire un registro dei Riders che permetterebbe finalmente di conoscere quanti sono i fattorini che consegnano cibo a domicilio e non solo cibo e di dargli alcune garanzie lavorative mettendo in relazione la richiesta delle aziende con l'offerta di lavoro dei fattorini.

Il registro dei Riders deve funzionare come una sorta di sportello deve la domanda e l'offerta si incontrano (abbiamo già avuto lo sportello badanti).

Permetterebbe ad esempio alla AST competente di tutelare anche dal punto di vista della sicurezza e della salute questi lavoratori attraverso una prima visita che li abilita a questa professione e monitorare costantemente la loro salute visto che operano in una città con altissimi livelli di inquinamento da smog e nessuno gli ha mai fatto una visita di controllo.


La AST dovrebbe provvedere ad esempio al controllo periodico dei contenitori con cui questi pasti vengono movimentati e se vengono rispettate le corrette procedure di confezionamento e trasporto di alimenti.

Si passerebbe alla trasformazione dei contratti di collaborazione coordinata e continuativa ad assunzioni a tempo determinato con orario di lavoro e paga oraria o contratti a tempo indeterminato attraverso un processo di stabilizzazione dei fattorini che già operano nel settore anche in considerazione delle ore svolte e dei turni coperti a seconda delle esigenze delle aziende che operano nel settore della consegna pasti a domicilio inquadrandoli come autisti di cicli, motocicli e natanti come previsto dal CCNL della logistica sottoscritto e di cui questi lavoratori ne hanno pieno diritto di esserci ma che la macchina istituzionale sta rallentando questo processo inevitabile.

Sarebbe la fine dello sfruttamento del  sommerso, la fine dell'evasione contributiva delle aziende, la fine del cottimo e delle app che nonostante l'innovazione tecnologica non trovano nulla di meglio che riportarci indietro con il tempo agli statuti di Perugia del 1342 dove si inizia a parlare di cottimo, oggi in questo paese è vietato esercitare come forma di pagamento solo il cottimo ma al limite esiste un cottimo misto che prevede però un contratto di lavoro ( che non hanno) e un orario minimo di lavoro e una retribuzione equivalente in paga base.

 Dobbiamo dare a questi lavoratori la possibilità irrinunciabile di essere all'interno di un ccnl che ne fissa una paga oraria, scatti, e ne disciplina le tutele ed i diritti, sapere ad esempio quanti sono e per il comune di Milano incassare la tassa sulla pubblicità che le aziende fanno fare gratuitamente ai lavoratori evadendo il pagamento delle tasse comunali.

Stabilizzare questi lavori porterebbe non solo più sicurezza ai lavoratori, ma la certezza che le tutele nel mondo del lavoro non si applicano solo ai lavoratori ma a tutta la catena dal confezionamento, al trasporto, alla città che ospita questi servizi fino al cittadino che consuma quel pasto.

Chiudere gli occhi e non esercitare quanto si può essere in grado di fare è essere complici di questa “moderna schiavitù”.

Riteniamo pertanto urgente l'avvio di un tavolo istituzionale anche in sede Prefettizia dove siano convocati tutti gli attori del processo che dovrà vedere la regolarizzazione delle prestazioni lavorative dei fattorini di Milano con le organizzazioni datoriali, le aziende che operano nel settore, gli assessorati al lavoro del Comune di Milano e della Regione Lombardia, le AST, le organizzazioni sindacali e i collettivi informali dei Riders.

Anche per questo riteniamo non rinviabile un incontro con il Prefetto di Milano nelle prossime settimane con un presidio che comunicheremo alla città.

USB Riders Milano