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COMUNE DI ROMA: ARMI AI VIGILI URBANI, INDIETRO DI 30 ANNI

RdB-CUB invita alla rinuncia all’uso dell’arma sia per i vigili attualmente in servizio che per quelli futuri

Roma -

Dopo l’approvazione notturna della delibera sull’armamento ai vigili urbani la RdB-CUB esprime una posizione fortemente critica: “La storia di questa città insegna che Roma è una città aperta che necessita di essere vigilata e non armata”, commenta Paola Aimo, rappresentante sindacale della RdB al Comune di Roma. “Proporremo ai lavoratori e alle lavoratrici della Polizia Municipale di rinunciare all’uso dell’arma non per una generica obiezione di coscienza, ma come vero e proprio atto di contrasto alle scelte politiche di questa amministrazione”.

 

“Armare i vigili riporta la nostra città indietro di trent’anni - prosegue la sindacalista  - e significa mettere in piedi l’esercito personale del sindaco ignorando del tutto il ruolo e la funzione di collante sociale svolta fino ad ora dal vigile urbano. Né aiuta l’aumento dei compiti della Polizia Municipale, che il sindaco va invocando in nome del federalismo e del ruolo speciale di Roma capitale”.

 

“A questa militarizzazione contribuisce anche una campagna di enfatizzazione dei recenti episodi di violenza contro le donne, delle quali ci si ricorda solo per fini propagandistici.  Non si riscontra infatti una vera attenzione verso le donne né nelle politiche del governo centrale, vedi l’innalzamento dell’età pensionabile, la disparità di trattamento economico, la carenza di strutture come asili e consultori; né in quelle della Giunta comunale, che ritarda l’assunzione di vincitori di concorso e disdetta precedenti accordi sindacali con il silenzio complice di Cgil, Cisl e Uil”, conclude la rappresentante RdB-CUB.