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ANCR-IVU: SE NECESSARIO IMPAREREMO A VOLARE

Censure e ritardi nelle autorizzazioni all’utilizzo degli spazi, ma la protesta prosegue

Roma -

I 300 dipendenti dell’ANCR-IVU, che dal 14 agosto sono senza lavoro e senza alcuna forma di ammortizzatore sociale, non riescono a dare seguito alle loro legittime e pacifiche forme di protesta.

Dopo il recente l’intervento censorio durante l’ultima manifestazione della guardie giurate in Piazza San Marco, in cui è stata imposta la cancellazione del nome del Presidente del Consiglio da uno striscione (foto in allegato), il Comune di Roma tarda a rilasciare l’autorizzazione per un nuovo utilizzo della stessa piazza, luogo che, dopo la protesta sul Colosseo, è divenuto il simbolo di questa mobilitazione.

 

“Invece di lavorare ad una soluzione per la vertenza, sembra che ci si sforzi soprattutto di impedire che la protesta dei dipendenti dell’ANCR sia ancora visibile e che i lavoratori possano continuare a rendere noto a tutti quali operazioni sono state compiute ai loro danni -  afferma Mauro Frezza della RdB - e mentre sulla sicurezza si fa tanta demagogia, resta ancora inevasa la possibilità di un utilizzo delle nostre professionalità.”

 

“Il prossimo 22 ottobre ci saranno altre udienze al Tribunale Fallimentare ed al Tribunale del Lavoro, dove sono stati presentati i ricorsi per vedere riconosciuto il rapporto di lavoro con l’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci”, riferisce il rappresentante sindacale. “Contiamo su una netta accelerazione del procedimento fallimentare, così come per tutte le altre denunce che abbiamo presentato, sia ai giudici del lavoro che ai tribunali penali. Nel frattempo, se sui monumenti è vietato salire e gli spazi a terra non vengono autorizzati, vorrà dire che per protestare impareremo a volare”, conclude Frezza.