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VAL DI SUSA: USB, LA VENDETTA È SERVITA

Roma -

Quasi 150 anni di carcere agli attivisti NO TAV oltre a consistenti pene pecuniarie: è questa la risposta del potere ad un’intera comunità, quella della Val Susa, che in questi anni si è battuta e continua a battersi contro un’opera costosissima, che non ha alcuna utilità né sociale né economica, che devasta l’ambiente, ma in compenso regala fior di miliardi ai soliti noti, i padroni del cemento equamente distribuiti tra Confindustria e mondo cooperativo.


E mentre sul versante francese Parigi ha deciso di sospendere l’opera, rimandando ogni decisone al 2030, tutti i nostri governi hanno deciso di andare avanti a tutti i costi con l’assurdità che il tunnel, una volta costruito, si fermerebbe al confine con la Francia.


Inutile soffermarsi ancora sulla mostruosità di tali scelte. In questi anni gli attivisti NO TAV l’hanno ben dimostrata, riuscendo a costruire intorno alla lotta di un’intera valle solidarietà attiva ma anche relazioni con tante altre mobilitazioni di difesa del territorio, che in questi anni hanno attraversato il nostro Paese.


E forse sta proprio qui il senso di queste condanne: un monito, oltre che una sete di vendetta, rivolto a chi ancora non vuole sottostare alla logica del profitto a scapito della salute e dell’ambiente, a chi ancora si ostina a lottare per l’affermazione dei diritti per tutte e tutti.

Agli attivisti, a tutto il popolo della Val di Susa, va il senso più profondo della solidarietà attiva dell’Unione Sindacale di Base.