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Nuovi arresti nelle cooperative della logistica grazie alle lotte USB. Raid punitivi e pestaggi per far tacere il sindacato

Nazionale -

Anche se ne parla solo la stampa locale, l’arresto dell’imprenditore avellinese degli appalti nella logistica e non solo, Giovanni Attanasio, è un arresto importante, figlio anche questo dell’intensa attività dell’Unione Sindacale di Base, che ha saputo affiancare alle lotte dei facchini della logistica anche l’inchiesta e la denuncia dei traffici illeciti e delle continue violazioni dei diritti dei lavoratori nel mondo degli appalti e del caporalato.


Dal filmato diffuso dalla Guardia di Finanza di Salerno si evince con chiarezza indiscutibile come e quanto la Usb fosse il “nemico numero uno”. Pestaggi organizzati, vandalismi alle auto dei delegati, clima di terrore instaurato nei magazzini in cui la nostra presenza organizzata impediva che i traffici andassero a buon fine, fino all’omicidio di Abdel Salam investito da un camion della GLS durante un picchetto di lotta.


Prima di Attanasio a finire in galera erano stati i dirigenti del consorzio cooperativo Premium, sempre protagonista degli appalti nella logistica, poi il Capo dell’Ispettorato del lavoro di Avellino, Renato Pingue, proprio per aver favorito le cooperative di Attanasio.


Dietro ci sono i giganti multinazionali della logistica e della grande distribuzione organizzata e il sistema degli appalti e del caporalato. GLS, Leroy Merlin, TNT, solo per citarne alcuni, si servono solo e unicamente di cooperative di facchinaggio che prendono non solo l’appalto del lavoro, ma diventano i veri e propri gestori dei magazzini in cui i diritti contrattuali sono inesistenti, in cui i ricatti alle maestranze straniere sul permesso di soggiorno legato al lavoro, le minacce e l’utilizzo spregiudicato di organizzazioni sedicenti sindacali sono all’ordine del giorno per mantenere il sistema schiavistico instaurato nei magazzini.


Lo stesso sistema schiavistico e lo stesso caporalato che USB sta combattendo nei campi di raccolta del Foggiano, in Calabria, in Piemonte e in molte altre parti d’Italia in cui il bracciantato, migrante e non solo, è oggetto degli stessi metodi di gestione del lavoro, dell’arroganza e della presunta impunità che ha portato anche lì all’omicidio di un altro nostro delegato, Soumaila Sacko.
Due facce di una stessa pratica criminale che si regge sul silenzio delle istituzioni e sulle maglie ancora troppo larghe della legislazione sugli appalti e sul ricorso al caporalato, anche quando lo si chiama più eufemisticamente intermediazione di manodopera.


Da tempo USB ha chiesto al Ministro del Lavoro un incontro per affrontare la reale condizione dei lavoratori della logistica e l’uso spregiudicato che le multinazionali del settore fanno degli appalti e del caporalato. Finora nessun cenno di interesse da parte del Governo e, mai come in questo caso, viene da dire che “chi tace acconsente”.


Unione Sindacale di Base