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GIORNATA NAZIONALE DI MOBILITAZIONE DEL PUBBLICO IMPIEGO: UN SEGNALE FORTE PER IL PROSSIMO ESECUTIVO

Roma -

E’ in corso la giornata nazionale di mobilitazione del Pubblico Impiego, indetta per oggi dalle RdB-CUB, che in tutta Italia sta vedendo assemblee ed iniziative nei luoghi di lavoro. A Roma si sono svolte in mattina le manifestazioni nazionali: un presidio dei delegati di tutto il settore davanti al Ministero della Funzione Pubblica, a cui hanno partecipato circa 400 persone, e la manifestazione dei lavoratori della Giustizia, che in Piazza San Marco, davanti alla sede ONU, ha superato le 1.000 presenze.

 

Le RdB-CUB P.I. hanno inteso così lanciare un segnale forte al prossimo esecutivo su temi ritenuti centrali quali salario e contratto, per aumenti adeguati al costo della vita e contro rinnovi tardivi ed inadeguati; per la democrazia nei luoghi di lavoro e contro il restringimento degli spazi di intervento per le organizzazioni scelte dai lavoratori; per la stabilizzazione di tutti i precari, senza i quali sarebbe impossibile mandare avanti la Pubblica Amministrazione e fornire i servizi alla cittadinanza; per la difesa del settore e della sua fondamentale funzione a garanzia dello stato sociale.

 

Una delegazione RdB è stata ricevuta al Ministero della Funzione Pubblica, dove ha esposto le questioni al centro della mobilitazione. In merito al problema contrattuale è stata sottolineata l’importanza di reperire le risorse necessarie al biennio economico già scaduto da tre mesi ed è stata chiesta la chiusura immediata dei bienni passati, ormai insopportabile dopo ben 27 mesi di ritardo. Nell’incontro sono state inoltre consegnate le oltre 16.000 schede della consultazione svolta nel Comparto Agenzie Fiscali, in cui oltre l’80% dei lavoratori ha espresso un giudizio negativo sulla pre-intesa di Contratto recentemente siglata.

 

“Meno soldi ai consulenti, più assunzioni di dipendenti”, si è gridato nella vivacissima manifestazione dei lavoratori giudiziari, dove si è registrata la partecipazione di delegazioni regionali ed una consistente adesione da tutti gli uffici giudiziari della capitale, che ha causato risentimenti  in diverse sezioni del Tribunale di Roma.

L’iniziativa, che si è conclusa con una lunga catena umana nei giardini di Piazza Venezia, ha messo in rilievo come il degrado in cui è stato abbandonato il settore non sia più accettabile per i lavoratori, che chiedono invece una Giustizia a servizio di tutti, con risorse e mezzi adeguati per far fronte ai bisogni della collettività, e che non mortifichi più i suoi dipendenti, ancora in attesa di riqualificazione.