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Argomento:

REGIONE LAZIO: PROGRESSIONI VERTICALI IN STAND-BY

LE RDB-CUB TOLGONO L’OCCUPAZIONE AGLI UFFICI DELLA PRESIDENZA

 

A FRONTE DI INCONTRO E POSSIBILE RIAPERTURA DELLA TRATTATIVA

Roma -

Le RdB-CUB hanno tolto l’occupazione agli uffici della Presidenza della Regione Lazio dopo aver ottenuto un incontro con i rappresentanti della Giunta regionale.

 

L’occupazione era avvenuta nell’ambito della manifestazione indetta questa mattina dalle RdB-CUB davanti alla Regione Lazio, per protestare contro criteri clientelari adottati nelle progressioni verticali del personale della Regione, ed era scaturita proprio dal diniego ad un incontro con i rappresentanti della Giunta.

35 lavoratori della Regione, divenuti poi circa 50, hanno così deciso di occupare gli uffici presidenziali. A seguito dell’iniziativa, una delegazione è stata ricevuta dal Segretario Generale Dott. Gesualdi e dal Direttore del personale, Dott. Menna.

 

La Giunta Regionale, per voce del suo Segretario generale, ha chiesto ai lavoratori  48 di tempo per valutare la possibilità di riesaminare i contenuti dell’accordo sulle progressioni verticali siglato lo scorso maggio con alcune organizzazioni sindacali.

Si apre dunque la possibilità di una nuova trattativa su un accordo inviso a moltissimi lavoratori della Regione Lazio, che aveva ricevuto l’immediata opposizione da parte delle RdB in quanto consentirebbe la creazione di corsie preferenziali a vantaggio di pochi dipendenti il cui merito è quello di essere all’interno di un sistema di clientele politiche.

 

 “Come lavoratore e come sindacalista sono disgustato da questa operazione condotta dalla Giunta”, dichiara Andrea Manelli, uno dei responsabile RdB-CUB alla Regione Lazio. “Le RdB-CUB ritengono che sulle progressioni verticali vada necessariamente riaperto un tavolo negoziale, anche in ragione dei risultati ottenuti in occasione delle RSU, che hanno visto aumentare il nostro sindacato del 50% dei voti e degli eletti. La eventuale chiusura da parte della Giunta costringerà inevitabilmente i lavoratori a riprendere la mobilitazione”, conclude Manelli.